Marzo 2023

Carissimi amici e amiche iscritti all'Associazione del Rosario perpetuo,
carissimi lettori e lettrici,

Da pochi giorni abbiamo intrapreso il nostro cammino di quaresima. Un cammino, ci tengo a dirlo, che non deve mai essere considerato come una cosa già vista e già conosciuta, ma come un'opportunità nuova che ci si presenta.

Ogni quaresima è unica, ci può aiutare a purificarci e avanzare nel nostro percorso di fede, fare il punto sul nostro percorso di crescita e capire cosa il Signore ci sta dicendo per meglio potersi mettere al suo servizio.

Per questo motivo, ho voluto dedicare questo numero a San Martino de Porres. Lo scorso anno abbiamo festeggiato i 60 anni dalla canonizzazione. È un santo che ha fatto della propria purificazione e del servizio agli altri i cardini della propria esistenza, le regole di vita verso la santità.

San Martino de Porres ci può aiutare ad entrare in profondità nel significato della quaresima. Lui, figlio di Don Juan de Porres, nobile cavaliere spagnolo, e Anna Velàzquez, una liberta di colore panamense, ha vissuto la sua natura di mulatto come uno strumento per farsi umile e riconoscere l'immensità dei doni che Dio fa ad ogni uomo. Con tutti, dimostrava un atteggiamento di cortesia e affetto, cercando di aiutare chi veniva alla ricerca del suo soccorso. Sapeva farsi anche severo ma sempre nell'ottica di un aiutare la persona che aveva davanti a camminare e progredire, e mai come un modo per giudicare e condannare. Tutti i consigli che San Martino dava erano accompagnati dal desiderio che ogni singolo essere umano potesse arrivare alla santità, al perfezionamento che Dio ci incoraggia a perseguire e all'apertura all'amore sincero che nulla si aspetta in cambio ma tutto dona.

Quaresima significa esaminare cosa ci fa sentire vivi, scoprire da dove attingiamo ciò che alimenta la nostra vita per vedere se e in che misura Dio è presente. Rinunciare a qualcosa deve essere fatto nell'ottica di un bene maggiore, di un fare spazio ad una fonte di vita più essenziale. San Martino era molto vigilante su se stesso e cercava in ogni modo di non esser schiavo di ciò che è temporaneo e passeggero, ma si sforzava di unirsi in modo sempre più incisivo a Cristo per imitarlo nel suo donarsi a noi.

Anche la liturgia del periodo di quaresima ci aiuta a vivere bene questo tempo.
Il salmo responsoriale della prima domenica di quaresima ci porta a fare questa richiesta a Dio: “Perdonaci, Signore: abbiamo peccato”
Vediamo qui una presa di coscienza forte su noi stessi e sulle nostre mancanze, che può soltanto scaturire da un'analisi attenta della nostra vita e del nostro quotidiano. Non lo potremmo fare sempre? Certo e, in un certo modo, siamo incoraggiati a farlo con frequenza. Ma spesso siamo presi da impegni e preoccupazioni, ci troviamo immersi nelle faccende di tutti i giorni e non riusciamo a scavare in profondità nel nostro essere. Ecco che quindi arriva la quaresima, QUESTA quaresima per aiutarci a prendersi del tempo e dello spazio, a rallentare ed esaminare, a pregare e scoprirsi alla luce della Verità.

Chiediamo perdono perché ci rendiamo conto delle volte che non siamo stati fedeli a Dio. Particolarmente contemplando i misteri dolorosi del Rosario, preghiera a noi carissima e che in quaresima può aiutarci in maniera forte ad accrescere il nostro desiderio di comunione con gli altri e con Dio, vediamo quanto Gesù abbia dovuto soffrire per i peccati degli uomini.
E allora preghiamo: “Perdonaci, Signore”! Con queste parole ci apriamo all'amore risanatore di Dio, che tutto vede e tutto può curare, se noi glielo permettiamo. San Martino de Porres lo sapeva bene, in quanto spesso Dio ha operato guarigioni miracolose per suo tramite: chi si affida a Dio e alla sua benevolenza, è capace di mettersi al servizio degli altri con disponibilità e generosità.

Altro spunto interessante ci viene dalla seconda lettura sempre della prima domenica di quaresima. “Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna,  così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita” (Rm 12, 18). Gesù è venuto a portarci la lieta notizia che la morte è vinta, che le morti della nostra vita non sono la fine, che insieme a Lui e grazie a Lui abbiamo la possibilità di entrare nella vita eterna. Noi siamo chiamati ad aderire alla Sua chiamata, ad uniformare il nostro vissuto al Suo comandamento di amore, a liberarci dai lacci che ci tengono nell'angoscia e nella preoccupazione per radicarci veramente in Dio.

Il mio desiderio per la quaresima che stiamo vivendo, quindi, è che non ci scivoli addosso come un tempo che viviamo in ogni caso e superficialmente per giungere alla gioia della Pasqua, luce della nostra vita. Certo, noi siamo invitati a rivolgere la nostra attenzione al Cristo risorto, ma dobbiamo capire il cammino che dobbiamo intraprendere per poter iniziare a vivere, già da ora, quella vita nuova che Lui ci ha rivelato in attesa di ricevere in dono la vita eterna.
Buon cammino di quaresima a tutti!
 
Così come il peccato è una realtà che ci riguarda tutti (e i santi, come San Martino, questo lo sapevano molto bene) così la santità è un traguardo che siamo tutti chiamati a raggiungere con pazienza e perseveranza. Il Rosario, preghiera che aiuta proprio a coltivare questi valori, ci sostenga in questi giorni di riflessione e riscoperta del primato di Dio nella nostra vita!