Il Rosario

parliamo un po' della sua meravigliosa storia

«La ripetizione si alimenta del desiderio di una conformazione sempre più piena a Cristo, vero "programma" della vita cristiana (…). Il Rosario ci aiuta a crescere in questa conformazione fino al traguardo della santità» (RVM, 26).

La Costituzione dogmatica "Sacrosanto Concilio", nel promuovere nella Chiesa la riforma liturgica, ricordava che "la vita spirituale non si esaurisce nella partecipazione alla sola liturgia". Esistono, infatti, altre forme di preghiera che se sapientemente valorizzati, possono riuscire di grande giovamento alla pietà e alla vita spirituale del cristiano. Il Concilio auspicava, soprattutto, che siano tenuti "in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di Lei (Maria), raccomandati lungo i secoli dal magistero della Chiesa (LG 67). Non c'è dubbio che si tratti soprattutto del S. Rosario.

Fra tutte le devozioni in onore della Madonna, una delle più amate e praticate dal popolo cristiano è la recita devota del S. Rosario. Da oltre otto secoli la Chiesa l'ha accolta e si è adoperata a diffonderla, dapprima tra la gente semplice ed incolta e in seguito tra tutte le categorie del popolo di Dio. La sua origine risale a quel rifiorire di manifestazioni nuove della devozione verso la Vergine, nei suoi aspetti più popolari e spesso elementari, che ritroviamo nella Chiesa verso la fine del secolo XII. Alla diffusione di queste pratiche devozionali contribuirono largamente i cistercensi e poi, fin dagli inizi del secolo seguente, i grandi Ordini "mendicanti", nelle loro strenue lotte contro le eresie. S. Domenico, in particolare, e i suoi frati, come ricorda Papa Giovanni Paolo II nella sua lettera sul Rosario (n. 17) l'adottarono come arma contro l'eresia albigese, diffusa soprattutto nel mezzogiorno della Francia: gli albigesi negavano la divinità e l'umanità di Cristo attribuendogli una semplice natura angelica, operante con un corpo apparente. Cristo non sarebbe stato, perciò, un vero redentore degli uomini, ma semplicemente un maestro, sia pure eccellente e degno di fede.

Anche in forza di queste vicende il Rosario si diffuse rapidamente. Così, già fin dal secolo XIII si forma la consuetudine di ripetere spesso una sequenza di 50 0 150 Ave Maria, accompagnate da genuflessioni e intercalate dal Padre Nostro. In quell'epoca il Rosario non era ancora chiamato con questo nome. Era indicato come il "Salterio della Beata vergine". In questo modo, accanto alla recita dei 150 salmi (Salterio) propria dei monaci e delle persone più colte, il popolo semplice ebbe il suo "Salterio" che, insieme alle "Laudi spirituali", veniva recitato soprattutto nelle Compagnie e nelle Confraternite. Poi, per renderne più facile la recita, si adottò la "Corona" che esisteva già come rudimentale strumento per altre devozioni.

Quindi, ben presto si introdusse anche il ricordo dei misteri della vita di Gesù di Maria, che allora furono fissati a quindici e che Giovanni Paolo II, nel 2002, ha integrato con altri cinque. Alla diffusione del Rosario cooperarono grandemente le Confraternite dl S. Rosario, con l'assistenza e lo zelo dei domenicani. Fra i grandi predicatori e primo fondatore delle confraternite è il B. Alano della Roche, domenicano, che sostanzialmente fissò la forma di questa preghiera, vocale e mentale.

La spettacolare vittoria della flotta cristiana contro i Turchi, che minacciavano di invadere tutta l'Europa, presso Lepanto il 7 ottobre 1571, diede un fortissimo impulso alla recita in tutte le famiglie. S. Pio V, allora Papa, ne aveva attribuito la vittoria all'intervento della Madonna, invocata soprattutto con il Rosario. L'anno dopo, 1572, a perpetuo ricordo dell'avvenimento istituì la festa liturgica intitolata "Commemorazione della B. Vergine della Vittoria", senza tuttavia menzionare il Rosario. Con Pio V si ha anche la formulazione completa della stessa "Ave Maria" che viene riportata del Breviario e quindi nella Liturgia.

La pietà cristiana, nel frattempo aggiunse nella recita delle litanie lauretane l'invocazione "Aiuto dei cristiani" e Gregorio XIII con la bolla "Ci ammonisce l'Apostolo" (1 apr. 1573) istituì la festa vera e propria della Madonna del Rosario che si celebrò la prima domenica di ottobre. La festa, che ben presto si diffuse in tutta la Chiesa universale, fu fissata al 7 ottobre e tutto il mese di ottobre divenne il mese del Rosario. Da allora sembra che tutti i Papi (emerge Leone XIII "Papa del Rosario") hanno come fatto a gara a raccomandare questa preghiera con numerosissime encicliche e "sarebbe impossibile citare lo stuolo innumerevole di Santi che hanno trovato nel Rosario un'autentica via di santificazione" (RVM, n. 8).

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