Aprile 2021

Carissimi lettori e lettrici, carissimi iscritti e iscritte all’Associazione del Rosario perpetuo,
Ora tutto è compiuto, Alleluja
Tutto è compiuto!
Sono le ultime parole di Gesù sulla Croce così come riportate dall’evangelista Giovanni.
Dopo queste parole e il silenzio profondo che ne ha fatto seguito, sembra di rivivere il compimento dei giorni della creazione, quando Dio, nel settimo giorno, portò a perfezionamento il lavoro che aveva fatto e cessò, in quel settimo giorno da ogni suo lavoro.

E il creatore rimaneva quasi in un riposo contemplativo nel quale gustare la bellezza della sua creazione. Tutto è compiuto.
Eppure no, il grido di Gesù non parla del compimento del creatore, non ancora.  
É ora l’umanità, la creazione più bella di Dio, quella fatta a sua immagine e somiglianza, che ha compiuto la sua parte. Ha dimostrato come non mai di quanto male sia capace, di quanto odio e morte possa seminare, di quanta perversione ha potuto accumulare nel cuore quando ha urlato: “Crocifiggilo”, questo non è il nostro re.
E la madre di Dio piange ai piedi della croce. Piange non solo la morte di suo figlio, ma soprattutto piange nel vedere lo smarrimento del popolo, lo smarrimento dei suoi figli, di fronte a quelle ultime tremende parole di Gesù in croce: tutto è compiuto!
E’ come se l’umanità avesse iniziato a percepire che ciò che aveva compiuto questa volta era davvero tremendo.
Tutto è compiuto con Gesù di Nazareth crocifisso e morto?

Maria aspetta nella fede i frutti di questo compimento, e forse intanto, con quello stesso stupore delicato che provò quando l’Angelo le annunziò che sarebbe stata la Madre di Dio, si chiede, attonita, “cosa hanno fatto queste nazioni benedette da Dio”? Dov’è quel popolo di cui Dio disse ad Abramo il giusto: “Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce” (Gn 22,18).
Dov’è la benedizione di Dio di fronte a tanto dolore?
La stessa umanità che in Maria ha detto “si” al Signore, uccide il suo Signore.
Ciò che l’umanità doveva fare l’ha fatto! L’umanità ha compiuto la sua parte, ma nella notte di Pasqua una volta per tutte, Dio, liberamente, e per amore verso di noi, compie la sua!
Ci sono state alcune tracce di bontà divina che derivano dall’essere creature a immagine del creatore nel momento della passione: il pianto amaro e pentito di san Pietro, la confessione del centurione ai piedi della croce, la conversione del buon ladrone, le azioni amorevoli di Giuseppe d’Arimatea, il dolore di Maria Santissima. Ma quelle tracce di bontà, non sono che i primi segni della lotta tra il bene e il male, i primi segni della vittoria di Dio su ogni male!
A Pasqua Dio annienta il male più grande: con la Passione, Morte e Risurrezione del suo Figlio è vinto il potere della morte, il nemico più violento, il vuoto più drammatico, la disperazione più aggressiva .
Il Signore è risorto, la luce ha vinto le tenebre, la vita si riveste di speranza nella pace e nella gioia. Ora, in Dio, tutto è veramente compiuto. Dio ci ha aperto la dimora dell’eternità.
Eppure, pensando alle nostre vite, a noi, oggi, qui, percepiamo quanto sia faticoso accogliere, e direi abituarsi, ad una Grazia così grande rivolta ad ognuno di noi, soprattutto in tempi così difficili. Dio ci propone una vita risorta, con un orizzonte d’eternità e noi, col nostro smarrimento di fronte alle prove del dolore, di questo tempo in cui ci si chiede ancora anto sacrificio, attraverso le nostre mancanze di speranza, continuiamo in un certo senso a cercare Gesù ancora morto nella tomba.
Lo cerchiamo certo sinceramente, per rafforzarci con la sua vicinanza, bramando quasi consolazione per la sua assenza, impauriti di fronte alla vita a volte così dura, ma lo cerchiamo come le donne la mattina di Pasqua che tenevano il volto chinato a terra (Lc 24,5).
Lo invochiamo accoratamente, ma come se in fondo non cogliessimo la potenza della sua presenza risorta in mezzo a noi.
Lo invochiamo come un Dio disarmato, impotente, morto!
Dio lo sa. Sa che il nostro cuore e la nostra mente hanno bisogno di essere continuamente guidate a scoprire la sua presenza risorta.
Quanti angeli, persone dalla fede salda e autentica, nel corso della nostra vita, ci parlano di resurrezione, ci aprono gli occhi all’eternità, quando noi siamo incastrati nella morte!
Come per le donne al sepolcro, Dio ci manda messaggeri pasquali, uomini e donne di fede, che con amore, illuminati dalla luce della loro speranza ci chiedono: “perché cercate tra i morti colui che è vivo” (Lc 24,5)?
Risorgi! Confida nella vicinanza di Dio. Rialzati! Ritrova le forze! Non permettiamo più che le prove dell’umanità ci ingannino facendoci dimenticare che come Cristo risorgiamo a vita nuova e che attraverso di lui respiriamo già quell’aria di eternità che Egli ha innestato nella nostra umanità.
Non perdiamo la speranza che Dio ci ha offerto con la sua risurrezione!
E noi stessi che abbiamo ricevuto l’annuncio dell’Alleluja pasquale chiediamo al Signore risorto di renderci messaggeri di risurrezione, di far riscoprire al mondo la dignità e la dolcezza dell’essere popolo perdonato, vivificato e, nonostante tutto, custodito da Lui.  
É consolante, e meravigliosamente rassicurante poter dire che tutto è compiuto in Dio la notte di Pasqua. É consolante e rassicurante sapere che il grido di Gesù sulla croce “tutto è compiuto” attendeva la luce della notte pasquale per avere un senso. É consolante e rassicurante che anche i crocifissi di oggi che gridano dalle loro croci del lutto, del dolore, della malattia, sono redenti dalla luce pasquale in cui tutto si compie nell’Alleluja della Resurrezione del Signore. Si, Cristo vince la morte, Cristo è veramente risorto!
Buona Pasqua




fr. Gian Matteo Serra, O.P.